venerdì 27 aprile 2018

Mostra #donneincontrada: intervista a Saverio Gori Savellini

1) Ciao Saverio, come si può definire la tua arte? Raccontaci cosa produci e quali materiali usi.
Comincio col dire che non considero giusta la definizione "arte" alle cose che realizzo. Meglio dire tecnica di incisione chimica ed elettrochimica dei metalli. Le basi che utilizzo sono in rame, ottone, bronzo, alpacca e argento Da qui ne consegue che non mi considero un artista, ma solamente un appassionato che, magari, riesce a produrre qualcosa di carino, ma niente di più. Sto adesso facendo qualche esperimento anche con il vetro, pietra e cuoio. I risultati non mi soddisfano ancora appieno, ma ritengo le cose finora fatte abbastanza presentabili e saranno quindi esposte.

2) Come e quando è nata questa passione?
Dire come sia nata questa passione francamente non lo ricordo, ma con certezza posso dire che una delle prime cose che ho fatto è una targhetta in rame, poi attaccata al mobile vetrina che è in Assaggeria a ricordarne origine e provenienza (Famiglia Leoncini).
I passi successivi mi hanno portato a tentare di realizzare distintivi delle Contrade e raffigurazioni araldiche sempre legate alla Città e al Palio. I risultati non sono stati scoraggianti - qualcuno indossa tuttora i distintivi fatti da me - e quindi ho proseguito cercando di complicarmi un po' la vita con l'utilizzo di sfoglie dei metalli detti prima per ottenere oggetti un po' più "leggeri" e "accoppiabili" con altri materiali. Uno di questi è presente nella sala delle assemblee ed è una pantera rampante in sfoglia di ottone su un blocco di pietra serena. Con la stessa tecnica, ma in rame, ho decorato il tamburo del mio nipote più grande, Matteo.
Non poteva mancare qualche "escursione" in ambito femminile con bracciali a fascia ed orecchini, arricchiti con zirconi e cristalli Swarovski. L'ispirazione è ovviamente rimasta la stessa, ovvero il mondo contradaiolo con i suoi colori e la sua araldica.

3) Una mostra nel Museo della propria Contrada: che sensazioni si provano?
Mi chiedete le sensazioni che si provano ad esporre i propri lavori nel Museo della Contrada di appartenenza: molteplici e contraddittorie. Grande soddisfazione per l'invito ricevuto, ansia, tentazione di rinunciare per la consapevolezza dei propri limiti ed infine la speranza che le visitatrici ed i visitatori apprezzino, per quel che sono, i miei lavoretti.

4) Sappiamo che hai fatto un sito internet per mostrare e promuovere le tue opere: ce ne vuoi parlare?
Sì, ho predisposto un sito web, ma devo rimetterci pesantemente le mani e quindi ve ne parlerò più diffusamente a cose fatte se, naturalmente, vorrete ospitarmi un'altra volta nel Blog.





Nessun commento: