Una Società è, per
definizione, un insieme di persone che per qualsiasi motivo decidono
di associarsi. E, come sempre accade ed è indispensabile fare,
ognuno dei soci deve comportarsi in modo da rendere piacevole la
propria presenza agli altri.
Uno degli elementi
indispensabili per avere un atteggiamento ‘socievole’, nel senso
di adeguato alla vita sociale, è avere un’espressione piacevole,
che faccia sentire le altre persone a proprio agio. Certo, non sempre
questo è possibile. Se una persona ha dei problemi, questi gli si
rispecchiano anche sul volto. Se una persona è rosa da qualche
cattivo sentimento, l’espressione che ha inserendosi nel gruppo,
non può essere gradevole.
Guardando alcune vecchie
foto del nostro archivio, spiccano alcune fisionomie particolarmente
piacevoli, panterini che da decenni sono andati a vedere cosa c’è
di là, lasciando però di qua il loro ricordo nelle foto.
Ne ho scelti tre: due di
essi sono stati conosciuti bene anche da quelli della mia
generazione, di un altro, più anziano, purtroppo non sappiamo
neppure il nome. Rimane solo la sua espressione serena e sorridente.
Il più anziano compare
in una foto scattata a Colle Val d’Elsa nel 1926, quando i soci del
Leone – la nostra Società di allora – organizzarono un banchetto
per festeggiare la vittoria del Palio di luglio.
Il vecchio panterino di
cui ci stiamo occupando è il terzo da sinistra in prima fila, con il
cappello in mano. Guarda, come tutti gli altri il fotografo, e
sicuramente a tutto avrà pensato meno che dopo novant’anni
qualcuno si sarebbe incuriosito guardando la foto.
Lo ritroviamo circa dieci
anni dopo, in un banchetto tenuto tra il 31 dicembre 1936, data in
cui fu inaugurata la sede della Società in fondo a via Stalloreggi,
dov’è ora la pasticceria Bini, e il 19 febbraio 1938, giorno in
cui fu deciso di chiudere la Società. Anche in questa foto il nostro
antenato guarda dentro l’obiettivo con espressione quasi divertita.
Chissà quanti ricordi aveva della Pantera che fu. Sicuramente avrà
veduto anche la nostra prima chiesa, quella di fronte a Porta
Laterina che fu demolita nel 1893. E sicuramente sarà stato
interessante e divertente parlare con lui, come avrà fatto il
panterino che gli era seduto di fronte: Arturo Cialfi detto “il
Caciati”, sempre presente a ogni iniziativa panterina anche se si
era trasferito a Grosseto. E in quell’epoca venire da Grosseto a
Siena era quasi un vero viaggio.
Non mancava mai un Palio:
arrivava a Siena, andava a dormire in via Stalloreggi dal suo amico
Losi dell’Onda, e passava le giornate paliesche seduto di fronte al
vinaio delle Due Porte. All’ora di cena veniva in Contrada, si
sedeva vicino al suo amico da una vita Alfredo Corbini detto “Dedo”,
e se c’era da cantare cantava, altrimenti stava lì, sorridente, a
guardare la Pantera che da quando lui era giovane era cresciuta
parecchio.
Nella foto degli anni
’30, il Caciati è seduto vicino al Dedo e a un giovanissimo
Alberto Giannini, segretario della Società e futuro priore della
Contrada, con la sigaretta in bocca e un’aria da duro che fa
sorridere chi lo ha conosciuto.
Dedo e Caciati li
ritroviamo, sempre vicini, anche in un’altra foto, bellissima,
degli anni ’60, durante una cena nella nostra terrazza. Guardate la
loro espressione: sono sereni, soddisfatti del loro bicchiere di
vino, e soprattutto di essere nella loro Contrada.
Vi riesce a immaginarvi
contradaioli che vivono la Contrada con queste espressioni sulla
faccia, coinvolti in quelle polemiche grigie, sterili e tanto dannose
proprio per la Contrada?
Impariamo da loro.
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