lunedì 4 aprile 2016

Facce da Società

Una Società è, per definizione, un insieme di persone che per qualsiasi motivo decidono di associarsi. E, come sempre accade ed è indispensabile fare, ognuno dei soci deve comportarsi in modo da rendere piacevole la propria presenza agli altri.
Uno degli elementi indispensabili per avere un atteggiamento ‘socievole’, nel senso di adeguato alla vita sociale, è avere un’espressione piacevole, che faccia sentire le altre persone a proprio agio. Certo, non sempre questo è possibile. Se una persona ha dei problemi, questi gli si rispecchiano anche sul volto. Se una persona è rosa da qualche cattivo sentimento, l’espressione che ha inserendosi nel gruppo, non può essere gradevole.
Guardando alcune vecchie foto del nostro archivio, spiccano alcune fisionomie particolarmente piacevoli, panterini che da decenni sono andati a vedere cosa c’è di là, lasciando però di qua il loro ricordo nelle foto.
Ne ho scelti tre: due di essi sono stati conosciuti bene anche da quelli della mia generazione, di un altro, più anziano, purtroppo non sappiamo neppure il nome. Rimane solo la sua espressione serena e sorridente.
Il più anziano compare in una foto scattata a Colle Val d’Elsa nel 1926, quando i soci del Leone – la nostra Società di allora – organizzarono un banchetto per festeggiare la vittoria del Palio di luglio.
Il vecchio panterino di cui ci stiamo occupando è il terzo da sinistra in prima fila, con il cappello in mano. Guarda, come tutti gli altri il fotografo, e sicuramente a tutto avrà pensato meno che dopo novant’anni qualcuno si sarebbe incuriosito guardando la foto.
Lo ritroviamo circa dieci anni dopo, in un banchetto tenuto tra il 31 dicembre 1936, data in cui fu inaugurata la sede della Società in fondo a via Stalloreggi, dov’è ora la pasticceria Bini, e il 19 febbraio 1938, giorno in cui fu deciso di chiudere la Società. Anche in questa foto il nostro antenato guarda dentro l’obiettivo con espressione quasi divertita. Chissà quanti ricordi aveva della Pantera che fu. Sicuramente avrà veduto anche la nostra prima chiesa, quella di fronte a Porta Laterina che fu demolita nel 1893. E sicuramente sarà stato interessante e divertente parlare con lui, come avrà fatto il panterino che gli era seduto di fronte: Arturo Cialfi detto “il Caciati”, sempre presente a ogni iniziativa panterina anche se si era trasferito a Grosseto. E in quell’epoca venire da Grosseto a Siena era quasi un vero viaggio.
Non mancava mai un Palio: arrivava a Siena, andava a dormire in via Stalloreggi dal suo amico Losi dell’Onda, e passava le giornate paliesche seduto di fronte al vinaio delle Due Porte. All’ora di cena veniva in Contrada, si sedeva vicino al suo amico da una vita Alfredo Corbini detto “Dedo”, e se c’era da cantare cantava, altrimenti stava lì, sorridente, a guardare la Pantera che da quando lui era giovane era cresciuta parecchio.
Nella foto degli anni ’30, il Caciati è seduto vicino al Dedo e a un giovanissimo Alberto Giannini, segretario della Società e futuro priore della Contrada, con la sigaretta in bocca e un’aria da duro che fa sorridere chi lo ha conosciuto.
Dedo e Caciati li ritroviamo, sempre vicini, anche in un’altra foto, bellissima, degli anni ’60, durante una cena nella nostra terrazza. Guardate la loro espressione: sono sereni, soddisfatti del loro bicchiere di vino, e soprattutto di essere nella loro Contrada.
Vi riesce a immaginarvi contradaioli che vivono la Contrada con queste espressioni sulla faccia, coinvolti in quelle polemiche grigie, sterili e tanto dannose proprio per la Contrada?
Impariamo da loro.









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