Salvatore,
hai vestito cinque volte il giubbetto della contrada di Stalloreggi,
eppure mai lo hai fatto la sera della prima prova. Nel '78, ad
esempio, hai girato l'angolo di
San Quirico la sera della Prova Generale. Quali ricordi hai dei tuoi
"arrivi" in Pantera?
Giusta
osservazione! E' vero, non sono mai venuto dalla prima prova. Di
ricordi ne ho tanti. Fra tutti il primo palio da voi. Ero un ragazzo,
alla seconda esperienza. Arrivai la sera tardi e andai a dormire da
Giorgio Lazzeroni. Ricordo che fece alzare le figlie, allora piccole,
per lasciarmi la loro stanza. L'arrivo in Pantera fu un momento di
grande entusiasmo da parte del popolo.
Nel
settembre del 1986 monti Baiardo ma le aspettative tue e del popolo
di Stalloreggi si infrangono sfortunatamente alla mossa. Quanto la
delusione per ciò che era accaduto influì sulla vittoria dell'anno
seguente?
Il
palio di Baiardo lo ricordo come uno di quei 4 o 5 palii che da
fantino è ancora oggi difficile da digerire per la dinamica della
mossa. Fui molto toccato, a livello umano, dall'atteggiamento della
contrada al mio rientro, nonostante la delusione per il palio non
corso per una mia responsabilità. Quello fu il collante per l'anno
seguente!
Arriviamo
all'anno successivo, esattamente nell'agosto 1987, quando vinci il
tuo secondo palio in pantera. Ancora una corsa veloce, dominata,
pulita che però arriva a fronte di forti turbolenze alla mossa.
Raccontaci il tuo stato d'animo negli interminabili minuti che
precedettero la partenza e, se possibile, qualche retroscena o
aneddoto di quella particolare mossa e del cambio della busta.
Tra
i canapi cercai di estraniarmi da tutto quello che succedeva intorno,
evitando di farmi coinvolgere nelle dinamiche della mossa. Benito mi
dava certe garanzie ma, essendo un cavallo un po particolare, rimasi
concentrato su di lui. Tutto quello che succedeva per questo non mi
preoccupava più di tanto. Ero già impegnato a pensare a lui e a
vincere quel palio per sdebitarmi di quanto successo l'anno prima. Ve
lo dovevo per il vostro comportamento!
In
seguito hai indossato il giubbetto della Pantera per i palii
dell'Assunta del 1992 e del 2000, su Figaro e Re Artù. Hai dei
rimpianti riguardo a questi palii, soprattutto per quanto concerne
l'ordine al canape (rincorsa e ultimo posto ndr)?
Quello
di Figaro non fu di certo un bel palio. So perfettamente che un
fantino non deve farsi condizionare dalla posizione del posto al
canape. Non volevo, o meglio speravo di non essere di rincorsa e
questo mi condizionò. Re Artù, invece, lo consideravo il cavallo
giusto da montare, avendo vinto un palio, ma, forse, avrei dovuto
rendermi conto dello stato di forma del cavallo prima di lasciare la
Selva.
Si
dice che la Pantera sia una contrada “esigente” riguardo
all'ambito paliesco. E' una sensazione che hai respirato nelle tue
esperienze?
Non
credo che la Pantera sia più o meno esigente delle altre contrade.
Magari voi, anche per le vostre dimensioni, vi trovate ad essere tutti
particolarmente coinvolti, anche se sempre con il rispetto dei ruoli.
Personalmente ho vissuto con voi momenti più che bellissimi!
Pensando
che in Pantera hai montato Urbino, Baiardo, Benito, Figaro e Re Artù
(tutti cavalli vincenti ndr) ti viene il dubbio che sarebbe stato
difficile per noi, con i lotti di adesso, montare cinque volte un big
come te?
Vedi
qui è necessario analizzare il rapporto nei confronti dei dirigenti
che facevano il Palio che stiamo commentando! Prima il rapporto
veniva cercato e verso i dirigenti di allora c'era molto più
rispetto. Era quasi un onore parlare con loro. I dirigenti andavano
in provincia a guardare i fantini correre per capire se fossero
allenati. C'era più controllo verso me e miei colleghi. Oggi si ha
quasi l'impressione che la provincia serva solo per immagine e per i
cavalli!
Quale
è il tuo rapporto con la Pantera oggi? E con i Capitani con cui hai
lavorato?
Il
rapporto con voi è bellissimo. Porto con grande piacere nei miei
ricordi tanti momenti passati vissuti insieme a voi!
Come
dirigenti ho dei bei ricordi con tutti, non solo con chi ho vinto.
Certo, facendomi queste domande mi metti un po' in difficoltà,
perché si può pensare che il Palio del passato fosse tutto giusto
e quello di oggi tutto sbagliato. La mia impressione, in generale, è
che siate diversi voi contradaioli. Per come sono stato educato a
Siena la contrada una famiglia dove tutti sono a disposizione per
dare una mano. L'impressione, adesso, è che la contrada serva, più
di essere servita come era prima.
Fra
i cavalli di oggi, ce n'è uno che rappresenta il tuo prototipo di
cavallo da Palio e che monteresti.
Il
cavallo che ora monterei più di ogni altro è Magic Tiglio. Ho avuto
modo di montarlo in questi giorni e devo dire che è veramente un
cavallo da Palio!
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