1 Stefano, sei al tuo secondo mandato, parliamo prima di quello che è già successo e poi di quello che succederà: raccontaci quali sono stati i principali meriti del Seggio uscente.
Innanzitutto
desidero ringraziare i panterini per l’alta affluenza alle urne e
per il consenso accordato a me, al seggio e al capitano Marco
Antichi. Percentuali che fanno senza dubbio piacere e che, allo
stesso tempo, ci mettono di fronte alle nostre responsabilità che
cercheremo di soddisfare al meglio.
Venendo
alla domanda, credo che chiunque ricopra mansioni in Contrada lo
faccia con un grande spirito di servizio e non per aver riconosciuto
chissà quale merito. Non credo di fare eccezione e, quindi, non
parlerei di meriti. Possiamo semmai dire che, dopo essere partiti con
un notevole ritardo rispetto ai tempi canonici, ci siamo trovati di
fronte da subito cose molto concrete da affrontare e non c’è stato
assolutamente tempo, per rodare la macchina prima di mettersi in
viaggio. A tal proposito affermo con assoluta sincerità che ognuno
ha cercato di fare al meglio la propria parte e, seppure con qualche
affanno, siamo riusciti a portare a termine la parte ordinaria della
Contrada e a organizzare eventi i quali hanno avuto riscontri molto
positivi anche e, soprattutto, in città (ricordo di Bastianini,
Convegno “Fede e Palio”, ecc.), oltre ai lavori di recupero dei
vecchi locali della società, destinandoli all’allargamento del
nostro museo.
2
Raccontaci invece quali sono stati, secondo te, i rimpianti e le
cose che potevano essere fatte.
Così, a memoria,
rimpianti particolari non ne ho. Semmai non c’è stato il tempo
materiale per fare qualcosa che mi ero riproposto di portare a
termine, quale ad esempio la revisione dello statuto, cosa che pongo
tra i primi impegni da completare in questo mandato, sempreché ci
sia la volontà da parte dei contradaioli, dato che in passato non fu
possibile revisionare niente in quanto ben due assemblee andarono
deserte.
3 Parlando
ancora del passato, qual'è stato il momento in cui sei stato più
orgoglioso di essere Priore della Pantera? Ed il momento più
difficile da affrontare?
Ti dico con sincerità
che l’essere orgoglioso di ricoprire la carica di Priore della mia
Contrada è scattato fin da un secondo dopo la proclamazione dei
risultati delle consultazioni elettorali di due anni fa e ancora lo
sono. Non saprei proprio identificare un momento preciso perché,
ripeto, sono orgoglioso del mio ruolo in ogni istante.
Di momenti difficili
ce ne sono stati, ma non voglio ricordarli perché nel bene o nel
male ne siamo usciti fuori. Dato che dico sempre e comuque quello che
penso, ti dico francamente che mi aspettavo qualche appoggio in più,
piuttosto che avere riportati chiacchiericci di strada, critiche a
distruggere piuttosto che a costruire che, non essendomi stati fatti
personalmente, hanno lasciato il tempo che hanno trovato. Certo,
potrò aver commesso errori, potrò non aver accontentato tutti, ma
ti dico sinceramente che ho profuso ogni sforzo per il bene della
Contrada e facendo un attento esame di coscienza, posso dire
tranquillamente di averla pulita, non avendo mai posto l’io davanti
alla Pantera. In questo senso mi conforta molto l’esito delle
recentissime elezioni
4 Uno degli
elementi più interessanti del tuo priorato è il tuo rapporto con
l'economo Simone Morandini, tuo figlio. A prima vista, questa
circostanza potrebbe avvantaggiarsi, ma non è proprio così,
soprattutto per il grande rispetto dei ruoli di Simone. Raccontaci il
vostro rapporto Priore-economo.
Premesso che la
domanda, così posta, può far intendere che da parte mia non c’è
stato rispetto dei ruoli, smentisco categoricamente. Anzi, voglio
approfittare della tua domanda per fare una cosa che non ho mai fatto
per la paura di essere tacciato di “partigianeria”: voglio
ringraziare Simone e tutto il team dell’economato per quello che
hanno fatto, per il tempo che hanno distolto al loro tempo libero per
cucire, lavare, pulire, salire e scendere sulla scala, dipingere,
riparare, ecc..
Venendo al rapporto
padre-figlio dico che, per quanto riguarda la Contrada, è stato un
normale rapporto Priore-Economo, in quanto abbiamo chiaramente scisso
le due cose; intendo dire che ci sono stati battibecchi, punti di
vista diversi, ma sempre improntati al rispetto reciproco dei ruoli.
Certamente non siamo due persone dove la più grande condiziona la
più giovane; a patto di rimanere nei normali canoni, Simone ha
facoltà di vedere le cose con la sua ottica, senza pendere dalle
labbra del babbo. Così ha fatto a suo tempo il mio babbo con me e,
altrettanto io, ho fatto con i miei figli.
5 Tra i tuoi
collaboratori diretti, qualcosa è cambiato: parlaci di chi ha smesso
e dei nuovi.
Ti ringrazio della
domanda perché mi dai modo di ringraziare davvero di cuore chi, per
motivi vari, ha dovuto lasciare la carica che ricopriva. Con tutti mi
auguro di avere avuto un rapporto corretto e voglio pensare che, al
di là delle differenze di età, abbiano trovato in me un amico così
come io li reputo. Grazie ancora a tutti.
Per quanto riguarda i
nuovi, anch’essi supportati da largo consenso, auguro loro un
buonissimo lavoro, invitandoli fin da subito ad evidenziare tutto ciò
che può essere migliorato per il bene della Contrada. Il tempo ci
dirà se saremo capaci di intraprendere le giuste strade.
6 Il Vicario
generale Pasquale Colella ed il Provicario Claudio Guasparri
continueranno a collaborare con te per il secondo biennio: in che
modo rappresenta un punto di forza?
Che dire? Pasquale non
me ne voglia, ma all’inizio non lo conoscevo a fondo ed ero un po’
al buio. Il trascorrere del tempo ha detto che ho avuto un buonissimo
Vicario Generale, con il quale i contatti giornalieri sono stati
molti e senza il parere del quale non ho mai preso una decisione.
Molto discreto nei modi, mi ha supportato sempre e comunque.
Claudio, oltre ad
essere un uomo serio e capace, si è dimostrato assolutamente
indispensabile nel condurre il gruppo protettorato e credo mi possa
dare atto che nel biennio trascorso mi avrà visto sì e no un paio
di volte durante i loro lavori settimanali. Una conferma che mi rende
tranquillo e sereno.
7 Cosa ti
aspetti dal nuovo Seggio?
Come è già noto, vi
sono state molte conferme e questo la dice lunga sul rapporto che ho
avuto con i componenti il Seggio (direttivo e non).
Come accennavo prima,
di cose da fare ce ne sono molte ed ho già in testa alcune idee
sulle quali confrontarmi con i collaboratori per verificarne la
fattibilità. Ad esempio ho in animo di comporre alcune commissioni
permanenti, presiedute dal Vicario Generale e dai Pro-Vicari che si
prendano cura di vari aspetti inerenti la Contrada (finanza,
immobili, archivio, ecc.).
8 Tra le sfide
che affronterà la Contrada nei prossimi due anni, quali sono quelle
che dovrà assolutamente vincere?
Bella domanda. Io
credo che la Contrada, oltre a vincere le proprie sfide interne,
dovrà porsi, al pari delle consorelle, a servizio della città in un
momento in cui le cose non stanno andando del tutto bene. Da più
parti vengono sollecitazioni verso le Contrade affinché si facciano
promotrici di iniziative ed eventi che possano aprire la strada alla
ripresa ed io in questo credo molto. Una sfida importantissima che
vede la città tutta coinvolta e, quindi, anche le Contrade, Pantera
compresa, riguarda la candidatura di Siena a Capitale Europea della
Cultura 2019, sfida che ci proietterebbe in un futuro senz’altro
più roseo del momento attuale con positive ripercussioni sull’intera
città.
9 Tra le
massime cariche, cambia soltanto il Capitano: un pensiero per
Riccardo ed uno per Marco.
Che dire? Riccardo non
ha avuto la fortuna di portare il Palio in Stalloreggi, ma non per
questo il suo lavoro non ha avuto una positiva valenza. D’altronde,
al di là delle potenzialità economiche, nel Palio la componente
fortuna ha un ruolo molto rilevante e lui non ne ha avuta granché.
Basti pensare alla carriera di luglio, dove, nonostante ipotetici
errori del fantino e quant’altro è successo durante la corsa, la
vittoria è sfuggita per una manciata di centimetri. Il rapporto con
Riccardo, persona educata e allo stesso tempo molto schietta, è
stato corretto e, contemporaneamente, molto franco; tali aspetti
della personalità di Riccardo mi sono stati riferiti anche da altri
dirigenti di contrada che lo hanno molto apprezzato. A lui non posso
che dire grazie per averci provato.
A Marco auguro un buon
lavoro e una bella dose di fortuna. Il mio primo contatto con lui
risale al 1980 (in quanto dal giugno ’76 all’ottobre ’88 ho
lavorato fuori Siena, quando, insieme a Giorgio Soldati, era paggio
al mio matrimonio. Anche se la circostanza era particolare, a
dispetto della giovane età colsi in lui un ragazzo molto serio e
pacato, doti che, a mio avviso, servono anche nella gestione del
Palio e ora che gli si presenta l’occasione, sono sicuro
reciteranno un ruolo importante, se non determinante. Così come è
successo con Riccardo, la Contrada farà la sua parte, non perdendo
però di vista che il Palio di Siena non è solo sei giri di Piazza
del Campo (Marco è già stato avvertito …), ma una macchina
complessa che non si ferma mai e che impegna ogni giorno dell’anno.
10 Visto che
siamo a Natale, svela i tuoi sogni contradaioli...
Qui
potrei essere davvero telegrafico: sogno una vittoria di Palio.
Ma
se è vero che il Palio non è solo la corsa, allora dico che il
sogno che ho nel cassetto è rappresentato da una ritrovata unione di
intenti dei contradaioli della Pantera, sotterrando “l’ascia di
guerra” e ritrovando il gusto di stare insieme senza trascendere in
manifestazioni estreme che, è bene chiarirlo da subito, non
scorreranno via lisce, così come regolarmente succede nelle altre
contrade.
Questo è quindi il
mio vero sogno: una Contrada della Pantera, seppure vivace, unita,
che si muova con intenti comuni al di là di aspetti correlati a
personalismi e quant’altro procura solo danno …….. il tutto
condito con una strepitosa vittoria nel Campo.
Nessun commento:
Posta un commento