lunedì 23 dicembre 2013

Intervista al Priore Stefano Morandini


1 Stefano, sei al tuo secondo mandato, parliamo prima di quello che è già successo e poi di quello che succederà: raccontaci quali sono stati i principali meriti del Seggio uscente.
Innanzitutto desidero ringraziare i panterini per l’alta affluenza alle urne e per il consenso accordato a me, al seggio e al capitano Marco Antichi. Percentuali che fanno senza dubbio piacere e che, allo stesso tempo, ci mettono di fronte alle nostre responsabilità che cercheremo di soddisfare al meglio.
Venendo alla domanda, credo che chiunque ricopra mansioni in Contrada lo faccia con un grande spirito di servizio e non per aver riconosciuto chissà quale merito. Non credo di fare eccezione e, quindi, non parlerei di meriti. Possiamo semmai dire che, dopo essere partiti con un notevole ritardo rispetto ai tempi canonici, ci siamo trovati di fronte da subito cose molto concrete da affrontare e non c’è stato assolutamente tempo, per rodare la macchina prima di mettersi in viaggio. A tal proposito affermo con assoluta sincerità che ognuno ha cercato di fare al meglio la propria parte e, seppure con qualche affanno, siamo riusciti a portare a termine la parte ordinaria della Contrada e a organizzare eventi i quali hanno avuto riscontri molto positivi anche e, soprattutto, in città (ricordo di Bastianini, Convegno “Fede e Palio”, ecc.), oltre ai lavori di recupero dei vecchi locali della società, destinandoli all’allargamento del nostro museo.

2 Raccontaci invece quali sono stati, secondo te, i rimpianti e le cose che potevano essere fatte.

Così, a memoria, rimpianti particolari non ne ho. Semmai non c’è stato il tempo materiale per fare qualcosa che mi ero riproposto di portare a termine, quale ad esempio la revisione dello statuto, cosa che pongo tra i primi impegni da completare in questo mandato, sempreché ci sia la volontà da parte dei contradaioli, dato che in passato non fu possibile revisionare niente in quanto ben due assemblee andarono deserte.




3 Parlando ancora del passato, qual'è stato il momento in cui sei stato più orgoglioso di essere Priore della Pantera? Ed il momento più difficile da affrontare?

Ti dico con sincerità che l’essere orgoglioso di ricoprire la carica di Priore della mia Contrada è scattato fin da un secondo dopo la proclamazione dei risultati delle consultazioni elettorali di due anni fa e ancora lo sono. Non saprei proprio identificare un momento preciso perché, ripeto, sono orgoglioso del mio ruolo in ogni istante.
Di momenti difficili ce ne sono stati, ma non voglio ricordarli perché nel bene o nel male ne siamo usciti fuori. Dato che dico sempre e comuque quello che penso, ti dico francamente che mi aspettavo qualche appoggio in più, piuttosto che avere riportati chiacchiericci di strada, critiche a distruggere piuttosto che a costruire che, non essendomi stati fatti personalmente, hanno lasciato il tempo che hanno trovato. Certo, potrò aver commesso errori, potrò non aver accontentato tutti, ma ti dico sinceramente che ho profuso ogni sforzo per il bene della Contrada e facendo un attento esame di coscienza, posso dire tranquillamente di averla pulita, non avendo mai posto l’io davanti alla Pantera. In questo senso mi conforta molto l’esito delle recentissime elezioni

4 Uno degli elementi più interessanti del tuo priorato è il tuo rapporto con l'economo Simone Morandini, tuo figlio. A prima vista, questa circostanza potrebbe avvantaggiarsi, ma non è proprio così, soprattutto per il grande rispetto dei ruoli di Simone. Raccontaci il vostro rapporto Priore-economo.

Premesso che la domanda, così posta, può far intendere che da parte mia non c’è stato rispetto dei ruoli, smentisco categoricamente. Anzi, voglio approfittare della tua domanda per fare una cosa che non ho mai fatto per la paura di essere tacciato di “partigianeria”: voglio ringraziare Simone e tutto il team dell’economato per quello che hanno fatto, per il tempo che hanno distolto al loro tempo libero per cucire, lavare, pulire, salire e scendere sulla scala, dipingere, riparare, ecc..
Venendo al rapporto padre-figlio dico che, per quanto riguarda la Contrada, è stato un normale rapporto Priore-Economo, in quanto abbiamo chiaramente scisso le due cose; intendo dire che ci sono stati battibecchi, punti di vista diversi, ma sempre improntati al rispetto reciproco dei ruoli. Certamente non siamo due persone dove la più grande condiziona la più giovane; a patto di rimanere nei normali canoni, Simone ha facoltà di vedere le cose con la sua ottica, senza pendere dalle labbra del babbo. Così ha fatto a suo tempo il mio babbo con me e, altrettanto io, ho fatto con i miei figli.

5 Tra i tuoi collaboratori diretti, qualcosa è cambiato: parlaci di chi ha smesso e dei nuovi.

Ti ringrazio della domanda perché mi dai modo di ringraziare davvero di cuore chi, per motivi vari, ha dovuto lasciare la carica che ricopriva. Con tutti mi auguro di avere avuto un rapporto corretto e voglio pensare che, al di là delle differenze di età, abbiano trovato in me un amico così come io li reputo. Grazie ancora a tutti.
Per quanto riguarda i nuovi, anch’essi supportati da largo consenso, auguro loro un buonissimo lavoro, invitandoli fin da subito ad evidenziare tutto ciò che può essere migliorato per il bene della Contrada. Il tempo ci dirà se saremo capaci di intraprendere le giuste strade.



6 Il Vicario generale Pasquale Colella ed il Provicario Claudio Guasparri continueranno a collaborare con te per il secondo biennio: in che modo rappresenta un punto di forza?

Che dire? Pasquale non me ne voglia, ma all’inizio non lo conoscevo a fondo ed ero un po’ al buio. Il trascorrere del tempo ha detto che ho avuto un buonissimo Vicario Generale, con il quale i contatti giornalieri sono stati molti e senza il parere del quale non ho mai preso una decisione. Molto discreto nei modi, mi ha supportato sempre e comunque.
Claudio, oltre ad essere un uomo serio e capace, si è dimostrato assolutamente indispensabile nel condurre il gruppo protettorato e credo mi possa dare atto che nel biennio trascorso mi avrà visto sì e no un paio di volte durante i loro lavori settimanali. Una conferma che mi rende tranquillo e sereno.

7 Cosa ti aspetti dal nuovo Seggio?

Come è già noto, vi sono state molte conferme e questo la dice lunga sul rapporto che ho avuto con i componenti il Seggio (direttivo e non).
Come accennavo prima, di cose da fare ce ne sono molte ed ho già in testa alcune idee sulle quali confrontarmi con i collaboratori per verificarne la fattibilità. Ad esempio ho in animo di comporre alcune commissioni permanenti, presiedute dal Vicario Generale e dai Pro-Vicari che si prendano cura di vari aspetti inerenti la Contrada (finanza, immobili, archivio, ecc.).

8 Tra le sfide che affronterà la Contrada nei prossimi due anni, quali sono quelle che dovrà assolutamente vincere?

Bella domanda. Io credo che la Contrada, oltre a vincere le proprie sfide interne, dovrà porsi, al pari delle consorelle, a servizio della città in un momento in cui le cose non stanno andando del tutto bene. Da più parti vengono sollecitazioni verso le Contrade affinché si facciano promotrici di iniziative ed eventi che possano aprire la strada alla ripresa ed io in questo credo molto. Una sfida importantissima che vede la città tutta coinvolta e, quindi, anche le Contrade, Pantera compresa, riguarda la candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura 2019, sfida che ci proietterebbe in un futuro senz’altro più roseo del momento attuale con positive ripercussioni sull’intera città.




9 Tra le massime cariche, cambia soltanto il Capitano: un pensiero per Riccardo ed uno per Marco.

Che dire? Riccardo non ha avuto la fortuna di portare il Palio in Stalloreggi, ma non per questo il suo lavoro non ha avuto una positiva valenza. D’altronde, al di là delle potenzialità economiche, nel Palio la componente fortuna ha un ruolo molto rilevante e lui non ne ha avuta granché. Basti pensare alla carriera di luglio, dove, nonostante ipotetici errori del fantino e quant’altro è successo durante la corsa, la vittoria è sfuggita per una manciata di centimetri. Il rapporto con Riccardo, persona educata e allo stesso tempo molto schietta, è stato corretto e, contemporaneamente, molto franco; tali aspetti della personalità di Riccardo mi sono stati riferiti anche da altri dirigenti di contrada che lo hanno molto apprezzato. A lui non posso che dire grazie per averci provato.
A Marco auguro un buon lavoro e una bella dose di fortuna. Il mio primo contatto con lui risale al 1980 (in quanto dal giugno ’76 all’ottobre ’88 ho lavorato fuori Siena, quando, insieme a Giorgio Soldati, era paggio al mio matrimonio. Anche se la circostanza era particolare, a dispetto della giovane età colsi in lui un ragazzo molto serio e pacato, doti che, a mio avviso, servono anche nella gestione del Palio e ora che gli si presenta l’occasione, sono sicuro reciteranno un ruolo importante, se non determinante. Così come è successo con Riccardo, la Contrada farà la sua parte, non perdendo però di vista che il Palio di Siena non è solo sei giri di Piazza del Campo (Marco è già stato avvertito …), ma una macchina complessa che non si ferma mai e che impegna ogni giorno dell’anno.

10 Visto che siamo a Natale, svela i tuoi sogni contradaioli...

Qui potrei essere davvero telegrafico: sogno una vittoria di Palio.
Ma se è vero che il Palio non è solo la corsa, allora dico che il sogno che ho nel cassetto è rappresentato da una ritrovata unione di intenti dei contradaioli della Pantera, sotterrando “l’ascia di guerra” e ritrovando il gusto di stare insieme senza trascendere in manifestazioni estreme che, è bene chiarirlo da subito, non scorreranno via lisce, così come regolarmente succede nelle altre contrade.
Questo è quindi il mio vero sogno: una Contrada della Pantera, seppure vivace, unita, che si muova con intenti comuni al di là di aspetti correlati a personalismi e quant’altro procura solo danno …….. il tutto condito con una strepitosa vittoria nel Campo.









Nessun commento: