lunedì 16 marzo 2015

La Fonte del Mandorlo

Nel 2014 si sono compiuti cento anni da quando sono finiti i lavori della posa dell'acquedotto per portare l'acqua del Vivo a Siena e nel nostro rione di Stalloreggi.
In via Stalloreggi vi era la torre di detto acquedotto formata da tre gruppi di tubature. Due di questi apportavano acqua che confluiva nel terzo da dove acquistava forza per raggiungere gli ultimi piani degli appartamenti cittadini. nel 1982, quando l'acquedotto fu esteso al di fuori delle mura la torre fu tolta. Tuttavia il consumo crescente dell'acqua aveva reso necessario per potenziarne la distribuzione, così nel 1985, iniziò il prelievo d' acqua dal Luco, nei pressi di Rosia e furono ampliati i serbatoi di Montarioso.


 Nel dopoguerra le frequenti perdite delle tubature dell'acquedotto del Vivo, dovute a guasti nei tubi di ghisa dovuti ad assestamenti del terreno, portarono alla sostituzione, fra il 1948 ed il 1953, da condotti in acciaio resistenti alle pressioni del terreno. Fino a buona parte del 1953 l' acqua a Siena era distribuita per poche ore e quando mancava del tutto, per limitarne il consumo nei rioni erano montate in prossimità delle diramazioni poste nelle vie delle cannelle. In pratica era distribuita quella giacente nel deposito di Montarioso. Nel nostro rione vi erano poste 5 cannelle proprio alle Due Porte . Allora non vi erano ancora né acque minerali né recipienti in plastica , la raccolta avveniva con bottiglie di vetro, fiaschi e piccole damigiane. In genere erano le donne ed i bambini a mettersi in fila. Spesso avvenivano litigi per i mancati rispetti nelle file. Ricordo come una signora che dalle parole passò ai fatti. Aveva appena riempito un fiasco, allora ricoperto di stiancia, e di come lo rompesse in testa di una donna che le stava dietro e che la accusava di esserle passata davanti. Interessante é comprendere come si dissetassero gli abitanti del rione di Stalloreggi nel passato visto che non ci sono tracce di bottini serventi tale zona.
Nella Pubblicazione “Le fonti di Siena e i loro acquedotti: note storiche dalle origine fino al 1555” di Fabio Barbagli Petrucci sono riportate le notizie della Fonte del Mandorlo, posta nel declivio dell'attuale Via Paolo Mascagni con accesso al n. 6, alla quale si rivolgevano gli abitanti del rione di Stalloreggi per dissetarsi. La stessa fonte assieme ad alte vene provenienti dal pendio sotto il Fosso di S. Ansano hanno alimentato il pozzo detto del Rosone di Santa Maria della Scala.


La F. del mandorlo
Questa fonte è ormai del tutto scomparsa. Non restano altro che le tracce dei suoi bottini nell' orto dietro lo Spedale di S. Maria della Scala e in un luogo che anche si chiama, per antica tradizione, Fosso di S. Ansano. Concordi, i cronisti fanno la sua costruzione al 1352 e la origine del suo nome da una pianta di mandorlo che stava lì presso. Dice il Tizio: « Fons, a migdole nomine sortitus, inde fuit in orto post Dive Marie Xenodochi. positus ex Portas Getninas, hoc anno a senensibur, est constructus. pro quo Respublica Senarum construendo. fiorenos 50 persolvit, sumptum vero reliquum de cu-ria regionis Mins, universus vero sumptus librarunt 200 ac vi-ginti trium fuit. Gratia. Fecti filio, cive senense, turo praefecto auctore. (...) Il 6 ottobre di quell' anno fu letta in Consiglio Generale una petizione degli uomini di Stalloreggi. Essi esposero come, essendo la loro contrada fra le più elevate della città ed avendo grande carestia di acqua per le persone e per gli animali, si erano decisi, tempo indietro, a incaricare certi maestri e alcuni astrologi di ricercare in quei pressi un luogo che avesse probabilità di acqua, ma che nulla avevano trovato. Si erano allora ricordati di aver sentito dire dai loro vecchi che presso la mora centrale delle Due Porte e dalla parte della città, cioè internamente, doveva essere un pozzo di acqua viva da gran tempo richiuso. Fecero le indagini e trovarono il pozzo e 1' acqua. Ma, per essere esso profondissimo, mal si poteva attingere e quindi, dopo aver fatti i necessari rilievi, proponevano al Consiglio Generale di fare un condotto sotterraneo dal fondo del pozzo nel vicino orto dello Spedale di S. Maria dove è un albero che si chiama mandorlo e ciò con poca spesa e molta utilità. Presso il mandorlo si sarebbe edificata la fonte a spese, specialmente, delle contrade di Stalloreggi. di S. Quirico, di borgo S. Marco, di Postierla e Valle Piatta di sopra. Il Consiglio allora decise di consentire il lavoro e di concorrere nella spesa con 50 fiorini d' oro. lasciando il resto a carico dei cittadini.

Le tracce dei tre bottini sono evidentissime anche ora. Certamente quello dei tre, volto verso la Trinità era breve e portava poca acqua, l' altro, che proveniva dal lato diametralmente opposto, era pur esso tanto poco abbondante:e buono che fu murato a pochi metri di distanza da dove sorgeva la fonte; il terzo che accennava verso le due porte e poi, con lieve piegata, verso il pozzo del Convento del Carmine, era molto lungo e abbondantissimo. Presso la fonte era uno spiraglio o pozzo d' ingresso. profondo otto metri, a piè di esso il bottino, pochi anni or sono, venne sbarrato con un muro dentro il quale fu lasciato un tubo di piombo con una chiavarda.

Attualmente l'ortolano che l'ha in consegna, lascia empire in pochi giorni il bottino e lo spiraglio tino a colmarlo, poi apre la chiavarda e l'acqua durare giorni e tre notti di seguito a sgorgare a bocca di barile con forza indicibile. Dove i tre bottini convergono trovasi nel muro una pietra con 1'anno 1756 e nella volta 1' impresa dello Spedale di S. Maria della Scala a testimoniare che un tempo vi ebbe dei diritti. 

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