lunedì 30 aprile 2018

Mostra #donneincontrada: intervista a Marilena Marisi

Una vita in contrada sempre abbastanza da parte, ora esponi in Pantera, la tua contrada. Quali emozioni, cosa provi? Sono onorata di esporre nella mia contrada e felice di essere stata incaricata di rappresentare con la pittura un tema così importante e delicato come quello della figura della DONNA IN CONTRADA. Sono una donna, per cui sento molto profondamente quanto sia edificante anche se difficile portare avanti questo ruolo in tutti i contesti in cui veniamo chiamate ad operare e sovrapporre i vari compiti e ruoli con serenità e positività. Soprattutto è la CONTRADA ad essere donna, perché rappresenta per tutti “la mamma, la sorella, l’amica” in tanti momenti belli e brutti della vita. Ho voluto rappresentare una donna Orgogliosa di appartenere alla propria contrada, inoltre amando molto gli animali, l’ho immaginata vicina o avvolta dall’animale dell’emblema contradaiolo, insieme a lui, con lo sguardo rivolto ai Vecchi Mestieri, che rappresentano le arti delle contrade. Ritengo molto importante ricordarsi da dove proveniamo e quali erano i lavori dei nostri antenati: sarebbe bello riaffiorassero, per non farsi annullare da tanta tecnologia che, se mal usata, rischia di annientare le nostre menti creative e quelle dei nostri figli.




Hai fatto tante mostre. Raccontaci la tua vita da artista.Ho partecipato a numerose mostre, sia collettive che personali. Il mio percorso artistico è partito dai banchi di scuola, dove una professoressa molto brava ha creduto in me, aiutandomi a valorizzare e sviluppare il mio talento. Poi, prima per gli studi, tutt’altro che artistici, e poi per il lavoro, ho lasciato questa strada, dedicandomi alla professione ed alla famiglia, ma dentro di me non ho mai abbandonato l’amore per l’arte in tutte le sue forme. Da pensionata ho ripreso in mano il mio interesse artistico, frequentando vari laboratori di grandi maestri ed ora posso dedicarmi finalmente alla mia vera passione pittorica.

Hai una figura femminile di riferimento? Un ricordo particolare?Sono cresciuta in una famiglia con genitori amanti del loro lavoro che mi hanno sempre spronato a dare il meglio di me, ed ho avuto in famiglia donne stupende, mia mamma, una lavoratrice instancabile che ha più’ di 80 anni e si occupa ancora di aiutare gli anziani, mia nonna che era ricamatrice e tutto il giorno con le sue mani ricamando creava capolavori, oltre ad occuparsi della numerosa famiglia; pertanto la mia figura femminile di riferimento è una donna Forte, che va avanti nella vita con semplicità e guarda gli eventi in positivo, si confronta con gli altri che incontra sulla sua strada, per costruire una società migliore. In famiglia e tra gli amici ho avuto esempi positivi in questo senso, che mi hanno fatto crescere nell’amore verso le persone care e verso il prossimo.

Sei mamma, nonna e moglie di panterini, quali sono i valori della contrada che vuoi tramandare?Sono mamma e nonna di Panterini, cosicché il mio amore verso la contrada passa attraverso i miei figli ed i miei nipoti, che amo immensamente e di riflesso amo la contrada della Pantera, cui ho pensato di regalare le mie opere riguardanti le 17 contrade, dipinte ad acquarello con aggiunta di colori materici, in segno di riconoscimento per l’incarico onorevole ricevuto, affinché la contrada ne ricavi un utile per le proprie esigenze. Un gesto di generosità (senza nulla togliere agli artisti che producono opere d’arte per lavoro) da tramandare ai discendenti ai quali vorrei trasmettere il vero spirito di contrada che è quello di aiutarsi a vicenda e donare gratuitamente, anche se questo può costarci sacrificio, ma rappresenta il vero valore del dono.

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