Leonardo Ceccherini, Panterino doc, espatriato per lavoro in Svizzera come Preparatore atletico del Servette, a briglia sciolta:
Leo, sono passati pochi mesi da quando hai lasciato Siena: raccontaci le tue sensazioni, paure e speranze
Quando è arrivata la chiamata dalla Svizzera credevo quasi fosse uno scherzo. In Realtà sapevo che c’era questa opportunità ma la reputavo remota e non credevo che mi avessero veramente chiamato. E’ stato Giorgio D’Urbano, attuale preparatore atletico del Siena e mio Mentore che mi ha proposto al Servette. Colgo l’occasione per ringraziarlo di nuovo! Inizialmente il sentimento era di paura perché sapevo che da un giorno all’altro avrei dovuto abbandonare tutto quello che non avevo mai lasciato da quando ero nato: amici, Città, casa e parenti. Poi immensa gioia, queste sono opportunità che capitano una volta nella vita e non si può dire di no solo per paura. 4 Giorni dopo la chiamata ho preparato le valigie e sono partito per Ginevra senza ripensamenti. Sono contento della mia scelta!
Cosa ti manca, più di ogni altra cosa, di Siena, della tua Contrada e della tua casa?
Beh senza dubbio la lontananza dagli amici e dalla contrada è una cosa a cui ho pensato molto, mi mancano le “serate” , la “Piazza”, e ovviamente la mia ragazza Daniela che mi ha incoraggiato da subito a non rinunciare a questa fantastica avventura e penso che mi raggiungerà presto qua. I miei genitori che hanno vissuto sentimenti di gioia ma anche di paura perché “il bambino” se ne andava di casa. Però nel momento del bisogno Marco e Monica mi hanno incoraggiato alla grande ed ora credo che siano più felici di me!!
Hai lasciato Siena improvvisamente, in pochi giorni hai dovuto prendere una decisione importantissima per la tua vita, professionale e non: quando si parte, ci si lascia sempre qualche rimpianto dietro... cosa avresti fatto con qualche giorno in più?
Da una parte credo che aver avuto poco tempo per decidere sia stata una fortuna. Avere più tempo mi avrebbe fatto pensare troppo ma come ho già detto queste sono occasioni che devi prendere al volo!
Raccontaci cosa vuol dire, per la prima volta, essere lontani dal Palio?
Beh vi racconto un aneddoto. I primi tempi a Ginevra non avevo l’appartamento ma avevo Internet nella mia camera d’albergo. Una volta ottenuto l’appartamento, non avevo al contrario la connessione ad internet….ovviamente PER I GIORNI DI PALIO! Fortunatamente avevo la connessione al campo di allenamento ed è li che ho visto la Corsa…da Solo…dentro uno spogliatoio….Li mi sono reso conto di quanto sia difficile per un Senese stare lontano da Siena in quei giorni. In caso di rinnovo di contratto in sede di trattativa, pretenderò le ferie!! Parlando seriamente è una sensazione molto strana. Nei giorni di Palio a Siena il tempo si ferma, non sei la stessa persona. Vedere gente tranquilla intorno a te alle 7 del 16 agosto è una sensazione alquanto strana.
Da un punto di vista lavorativo, cosa significa questa esperienza per te?
Molto, moltissimo. Intanto l’opportunità di imparare una nuova lingua (Je parle déjà un petit peu le français). Poi l’opportunità di essere indipendente,ma soprattutto la possibilità di decidere. Al Siena ero come si dice un “ragazzo di bottega”, qua a Ginevra sono io che decido e che ho la responsabilità. E poi è il lavoro che ho sempre voluto fare! Ginevra è una grande piazza con un fantastico Stadio. E’ un’esperienza unica!
Quali sono gli obbiettivi del Servette? E quali quelli tuoi personali?
Gli obbiettivi del Servette sono di fare il meglio possibile, la squadra viene da un’amara retrocessione lo scorso anno. Quest’anno vogliamo fare bene ma il campionato è molto difficile, ma le pecore si conteranno a Maggio. I miei obbiettivi sono che la squadra pedali forte e dia tutto dal punto di vista fisico. Il lavoro del preparatore atletico non è un lavoro di copertina, bensì un lavoro silenzioso ma determinante ai fini del risultato. E’ un lavoro estremamente Scientifico, molto più di quello che si possa pensare.
Raccontaci il campionato fino ad oggi.
Attualmente ci troviamo in 4° posizione a 8 punti dalla capolista Vaduz. Questo perché siamo partiti un po’ con il freno a mano tirato. Adesso le cose vanno bene e dobbiamo continuare su questa strada. Dobbiamo mantenere il contatto fino a Natale per poi tentare il tutto e per tutto nella seconda parte del Campionato.
Sei diventato attore protagonista di una realtà fantastica, il calcio, il sogno di ogni bambino: qual'è il tuo sogno nel cassetto?
Il calcio oltre alla contrada è sempre stata la mia passione. Diciamo che sono entrato in questo mondo dalla porta di servizio perché a giocare ero bravo ma non abbastanza per poter sfondare. Ho scelto una strada diversa ma alla fine credo di aver fatto le scelte giuste. L’unica cosa che veramente mi dispiace è di non poter giocare più perché sono abbastanza giovane per giocare ancora e mi manca la battaglia della domenica. Però questa è la vita e per grandi soddisfazioni, si deve pur rinunciare a qualcosa. Il mio sogno è quello di non fermarmi. Fare per più anni possibile questo fantastico lavoro (se così lo vogliamo chiamare) e magari un giorno vincere la Champions come preparatore atletico (sognare non costa nulla), però rimanendo sempre umile e con i piedi per terra poiché in questo mondo un giorno ci sei e l’atro ti ritrovi senza certezze, è lo scotto da pagare. Adesso mi godo il momento e spero che duri più al lungo possibile. Non mi dispiacerebbe un giorno tornare di nuovo al Siena…un po’ come Kakà al Milan…
Un grosso abbraccio a tutti e ci vediamo a dicembre nelle stanze della nostra amata Contrada.
Viva la Pantera!!!
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