In
questi ultimi mesi, quando il nuovo allestimento della Sala delle
Monture prendeva forma, fra armadi, cassetti, cassapanche e
scatoloni, abbiamo avuto l'opportunità di riscoprire cimeli, tessuti
ed oggetti di ogni sorta; antiche creazioni artigianali, talvolta un
po' deteriorate, o fortunatamente recuperate grazie ai restauri
realizzati nell'ultimo decennio con il contributo della Banca M.P.S.
Un
patrimonio custodito negli ambienti dell'Economato e per evidenti
ragioni di spazio, mai collocato interamente in esposizione
permanente: i costumi del 1928, con le loro fogge esuberanti e i
ricami elaboratissimi, i paramenti sacri rosa, cremisi e oro, con
eleganti decori floreali, i gioielli della Madonna della Mandorla,
testimonianze remote e recenti di una fervente devozione
contradaiola...
E'
vero che solo una parte di questi oggetti ha potuto trovar posto nel
nuovo allestimento delle Stanze, inaugurato il 20 dicembre, ma, con i
lavori conclusi negli spazi dell'ex-Società Due Porte, ancora
grazie al contributo finanziario della Banca M.P.S, ora finalmente un
unico grande ambiente moderno e “minimalista” offre ai
visitatori, attraverso un'accurata selezione di costumi delle cinque
serie, un percorso diacronico del Corteo storico dal 1879 al 1981,
ovvero fino all'ultimo rinnovo risalente al 2000 (al piano
superiore). Insieme agli abiti figurano alcuni accessori di
particolare valore e significato, come il mitico scudo dei “centouno
anni”, l'asta del bandierone del 1879, bandiere e bandieroni
databili dalla fine dell'800 alla metà del secolo scorso.
Nei
pannelli esplicativi è possibile leggere sintetiche informazioni
ed ammirare le riproduzioni dei bozzetti conservati nell'Archivio
della Contrada.
L'ambiente,
completamente rinnovato su progetto degli architetti Nicola Marmugi e
Pietro Giannini, è caratterizzato dalla presenza di un vasto scalone
in cemento grigio che, oltre a dare continuità spaziale e punto
di sosta per
la contemplazione dei materiali esposti, ha
dato luogo all' invenzione della cosiddetta “Gradinata
dell'araldica”, una vera e propria installazione, caratterizzata
da figure in ferro riproducenti l'animale simbolo, dal più antico
stemma conosciuto, risalente al 1599 alla Pantera dipinta da Arroyo
per il Palio vinto dalla Contrada nel 1991.
Nelle
Stanze adiacenti alla Sala delle vittorie, qualche piccolo
cambiamento ha interessato le vetrine, che hanno conservato
carattere più eterogeneo; tre ospitano ancora i sette palii
originali dell'Ottocento, due sono destinate ai paramenti sacri di
maggior pregio ed interesse (tra i quali tre pianete settecentesche
esposte per la prima volta), mentre una, dedicata alla stalla
adiacente, contiene vecchi giubbetti, zucchini del fantino e briglie
del cavallo.
La
saletta intitolata alla memoria di Bastianini accoglie alcuni suoi
costumi di scena, proprietà degli eredi e in prestito temporaneo
alla Contrada, documenti, lettere e foto d'archivio, testimonianze
della carriera artistica e della vita del grande tenore e capitano
vittorioso.
Nella
“saletta blu” seminterrata, attigua alla Sala delle adunanze, una
novità è costituita dalla diversa collocazione espositiva della
statua lignea della Madonna della Mandorla, forse l'opera più
importante posseduta dalla Contrada, ora sistemata, con i gioielli
votivi a lei dedicati, in una vetrina al centro della stanza, dove
acquista maggiore visibilità e meritato risalto; mentre la graziosa
Madonna del Rosario, dipinta nel 1767 dalla pittrice Rosa Lazzerini,
è ritornata a sovrastare l' altare ottocentesco del Pocaterra.
Molto
è ancora da fare e del resto il museo di Contrada non può, per sua
natura, essere un luogo cristallizzato e definito una volta per
tutte; con il tempo, la dedizione dei contradaioli e nuove risorse,
potranno essere integrati apparati illustrativi, anche in versione
multimediale, ed inseriti in esposizione altri o diversi oggetti del
nostro patrimonio. A conclusione di questa fase di lavori, vogliamo
ricordare quanto sia stata importante l'opera di quei panterini,
primi fra tutti Alessandro Leoncini ed Umberto Poggiolini, che per
lungo tempo si sono spesi per la cura, lo studio e la salvaguardia
dei nostri “tesori”.
L'inaugurazione
della Sala delle Monture è stata anche l'occasione per la
pubblicazione di una breve guida illustrata che descrive le opere
notevoli accolte nelle Stanze della Contrada: Stanze
che, come ha voluto sottolineare Leoncini nell'introduzione, non sono
da intendersi come semplice Museo,
contenitore di oggetti e di memorie, ma soprattutto come luoghi
dell'anima, sede di sentimento, passione, virtù.
Ecco
perché i locali di Via S. Quirico sono Le
Stanze della
Pantera.
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