lunedì 5 gennaio 2015

Le stanze della Contrada

In questi ultimi mesi, quando il nuovo allestimento della Sala delle Monture prendeva forma, fra armadi, cassetti, cassapanche e scatoloni, abbiamo avuto l'opportunità di riscoprire cimeli, tessuti ed oggetti di ogni sorta; antiche creazioni artigianali, talvolta un po' deteriorate, o fortunatamente recuperate grazie ai restauri realizzati nell'ultimo decennio con il contributo della Banca M.P.S.


Un patrimonio custodito negli ambienti dell'Economato e per evidenti ragioni di spazio, mai collocato interamente in esposizione permanente: i costumi del 1928, con le loro fogge esuberanti e i ricami elaboratissimi, i paramenti sacri rosa, cremisi e oro, con eleganti decori floreali, i gioielli della Madonna della Mandorla, testimonianze remote e recenti di una fervente devozione contradaiola...
E' vero che solo una parte di questi oggetti ha potuto trovar posto nel nuovo allestimento delle Stanze, inaugurato il 20 dicembre, ma, con i lavori conclusi negli spazi dell'ex-Società Due Porte, ancora grazie al contributo finanziario della Banca M.P.S, ora finalmente un unico grande ambiente moderno e “minimalista” offre ai visitatori, attraverso un'accurata selezione di costumi delle cinque serie, un percorso diacronico del Corteo storico dal 1879 al 1981, ovvero fino all'ultimo rinnovo risalente al 2000 (al piano superiore). Insieme agli abiti figurano alcuni accessori di particolare valore e significato, come il mitico scudo dei “centouno anni”, l'asta del bandierone del 1879, bandiere e bandieroni databili dalla fine dell'800 alla metà del secolo scorso.

Nei pannelli esplicativi è possibile leggere sintetiche informazioni ed ammirare le riproduzioni dei bozzetti conservati nell'Archivio della Contrada.
L'ambiente, completamente rinnovato su progetto degli architetti Nicola Marmugi e Pietro Giannini, è caratterizzato dalla presenza di un vasto scalone in cemento grigio che, oltre a dare continuità spaziale e punto di sosta per la contemplazione dei materiali esposti, ha dato luogo all' invenzione della cosiddetta “Gradinata dell'araldica”, una vera e propria installazione, caratterizzata da figure in ferro riproducenti l'animale simbolo, dal più antico stemma conosciuto, risalente al 1599 alla Pantera dipinta da Arroyo per il Palio vinto dalla Contrada nel 1991.

Nelle Stanze adiacenti alla Sala delle vittorie, qualche piccolo cambiamento ha interessato le vetrine, che hanno conservato carattere più eterogeneo; tre ospitano ancora i sette palii originali dell'Ottocento, due sono destinate ai paramenti sacri di maggior pregio ed interesse (tra i quali tre pianete settecentesche esposte per la prima volta), mentre una, dedicata alla stalla adiacente, contiene vecchi giubbetti, zucchini del fantino e briglie del cavallo.
La saletta intitolata alla memoria di Bastianini accoglie alcuni suoi costumi di scena, proprietà degli eredi e in prestito temporaneo alla Contrada, documenti, lettere e foto d'archivio, testimonianze della carriera artistica e della vita del grande tenore e capitano vittorioso.

Nella “saletta blu” seminterrata, attigua alla Sala delle adunanze, una novità è costituita dalla diversa collocazione espositiva della statua lignea della Madonna della Mandorla, forse l'opera più importante posseduta dalla Contrada, ora sistemata, con i gioielli votivi a lei dedicati, in una vetrina al centro della stanza, dove acquista maggiore visibilità e meritato risalto; mentre la graziosa Madonna del Rosario, dipinta nel 1767 dalla pittrice Rosa Lazzerini, è ritornata a sovrastare l' altare ottocentesco del Pocaterra.
Molto è ancora da fare e del resto il museo di Contrada non può, per sua natura, essere un luogo cristallizzato e definito una volta per tutte; con il tempo, la dedizione dei contradaioli e nuove risorse, potranno essere integrati apparati illustrativi, anche in versione multimediale, ed inseriti in esposizione altri o diversi oggetti del nostro patrimonio. A conclusione di questa fase di lavori, vogliamo ricordare quanto sia stata importante l'opera di quei panterini, primi fra tutti Alessandro Leoncini ed Umberto Poggiolini, che per lungo tempo si sono spesi per la cura, lo studio e la salvaguardia dei nostri “tesori”.
L'inaugurazione della Sala delle Monture è stata anche l'occasione per la pubblicazione di una breve guida illustrata che descrive le opere notevoli accolte nelle Stanze della Contrada: Stanze che, come ha voluto sottolineare Leoncini nell'introduzione, non sono da intendersi come semplice Museo, contenitore di oggetti e di memorie, ma soprattutto come luoghi dell'anima, sede di sentimento, passione, virtù.

Ecco perché i locali di Via S. Quirico sono Le Stanze della Pantera.

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