domenica 17 gennaio 2016

Intervista al Presidente di Società Antonio Borgianni


Quali sono le tue prime sensazioni da Presidente della Società Due Porte?

Entusiasmo e senso di responsabilità, perché così ci si deve sentire quando si intraprende con convinzione una nuova avventura, e le due componenti sono fondamentali per affrontare gli impegni e le inevitabili difficoltà che ci saranno nel ricoprire il ruolo di presidente in un momento così delicato per la Contrada. E al tempo stesso, nel ricoprire questo incarico mi sento gravato da una responsabilità che non mi spaventa perché in primis sono convinto che tutti i componenti del gruppo che abbiamo costituito insieme al lavoro della Commissione saranno all’altezza dei ruoli e compiti che andranno a ricoprire. Ed inoltre, i molti attestati di stima e di fiducia ricevuti da Contradaioli di tutte le età mi danno un immenso piacere e mi stimoleranno a dare il massimo per ripagarli. Evidentemente, anche dopo qualche anno di inattività da ruoli in “prima linea”, esiste un curriculum contradaiolo e la serietà e l’impegno che ho sempre messo sono quantomeno riconosciuti.


Per i prossimi due anni sarai il nuovo Presidente di Società. Che cosa ci sarà da conservare degli ultimi mandati e cosa da aggiungere?

Sarebbe banalmente facile fare la lista della spesa e dire di mantenere tutto ciò che ha funzionato e rivedere quel che non va. Il lavoro dei predecessori è stato importante sia per gli accordi commerciali allacciati che per le iniziative intraprese e vanno quindi ringraziati per l’impegno che hanno profuso e, molti di loro, mantenuto per più mandati; un impegno che è volontario e inevitabilmente va in conflitto con la vita privata, questo non va dimenticato e a maggior ragione sottolineato. Tuttavia va evidenziato il profondo stato di apatia che ci ha colpito negli ultimi tempi; questo sarà anche un po’ colpa di tutti che ci sentiamo sempre indispensabili e troppo orgogliosi, ma qualche carenza da parte di chi ha la responsabilità della Contrada è evidente. Quindi si dovrà intervenire innanzitutto per rimettere in funzione un macchinario che si è inceppato, e ce la metteremo tutta per riaccendere la passione e la vita sociale. Ma nessuno si sente il salvatore della patria, pertanto sarà necessaria la collaborazione di tutte le componenti. E’ comunque una grande sfida da raccogliere e da affrontare con la massima determinazione ed entusiasmo.

Sei già stato Vicepresidente, quali insegnamenti ti porterai dietro di quella esperienza?

Senza sottovalutare l'esperienza come responsabile dei festeggiamenti, che di sicuro mi sarà di aiuto, la Società è tutta un’altra cosa e necessita di spirito di sacrificio, volontà di coinvolgere le persone, ascoltare ed essere pronti a cogliere suggerimenti, pazienza nel prendersi qualche critica e umiltà nel saperla accettare ed analizzare e correggere eventuali errori che si possono commettere. Nella speranza che le (inevitabili) critiche possano essere costruttive e non solo fini a sé stesse, altrimenti costituiranno solo un ulteriore problema e nella certezza che nessuno possiede la formula perfetta per soddisfare le esigenze soggettive. Credo fermamente nella meritocrazia ed oltre al bagaglio delle precedenti esperienze, mi porterò dietro qualche certezza: persone di comprovata capacità e profonda conoscenza della Contrada, penso ad esempio ai collaboratori più stretti (i Vicepresidenti), e molti amici dei quali conosco le capacità e la volontà di impegnarsi. Oltre a un gruppo eterogeneo di Contradaioli che hanno accettato con entusiasmo di salire a bordo. Senza togliere niente a nessuno, non posso non menzionare una sicurezza, un “asse portante” (come piace dire a lui con ironia parlando del ruolo di Presidente) come “Beppe” Borghi, con il quale in passato ho già condiviso 3 mandati da Vice e dal quale ho imparato quasi tutto.

Per tante ragioni i rioni sono molto meno abitati dai propri contradaioli rispetto agli scorsi decenni. Credi che nella realtà attuale la società di contrada possa rimanere un punto di riferimento quotidiano per i contradaioli?


Deve e dovrà esserlo, non solo per chi abitualmente frequenta o per chi abita nel centro storico; ma anche e soprattutto per chi per svariati motivi si è allontanato dalla contrada o se ne è in qualche modo disamorato ed è diventato “inadeguato” o “scomodo”; dovrà essere il luogo dove incontrarsi e divertirsi, imparare le regole di come si vive in Contrada, ma anche parlare e confrontarsi poiché il dirsi le cose in faccia sarà il primo passo per dimostrare che siamo ancora “vivi”. Ci dovremo mettere tutto l’impegno possibile per ripartire tutti insieme; questo è un obbligo morale che abbiamo innanzitutto verso chi questa Contrada l’ha costruita e fatta progredire, non solo come cultura, ma anche impegnandosi a dotarla materialmente del suo capitale immobiliare. In questo momento penso in particolare a tanti Maestri di vita e di Contrada che ci hanno accompagnato fin qui, che oggi non sono più tra noi e che troppo facilmente dimentichiamo per l’esempio che ci hanno tramandato.

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