Si apre oggi il tuo secondo mandato
da Presidente di Societa. Facendo un primo bilancio, da dove
ripartire e cosa cambiare di questi primi due anni?
Innanzitutto è doveroso ringraziare
chi faceva parte del Consiglio uscente e si è impegnato nel proprio
ruolo. I due anni appena trascorsi sono stati particolarmente intensi
non solo per l’impegno che personalmente ho richiesto per ogni
ruolo, ma anche per le oggettive difficoltà iniziali, dovute ad una
partenza ad handicap causata della forzata assenza di una persona che
avrebbe ricoperto il ruolo di vicepresidente e che sarebbe
sicuramente stato un cardine fondamentale per quel Consiglio.
Per i prossimi due anni, ripartiamo con
rinnovato entusiasmo per migliorare anzitutto la vita sociale e
quindi gli aspetti e le iniziative che hanno avuto maggior successo e
consenso. Uno dei modi per raggiungere l’obiettivo sarà migliorare
anche l’ambiente in cui ci incontriamo, e pertanto è necessario
perseguire sempre più con forza la necessità di manutenzione e di
miglioramento (anche estetico) di cui hanno bisogno i nostri locali.
L’usura del tempo e anche, diciamocelo sinceramente, la nostra
incuria in molte circostanze, stanno mettendo a dura prova le nostre
stanze, tant’è che nel mandato scorso abbiamo dovuto provvedere a
profondi interventi di manutenzione straordinaria in particolare
della cucina e dell’impiantistica. Oltre a spingerci ad interventi
non stringenti ma reputati necessari, come la nuova illuminazione a
led di Società e del piazzale del Pendola, interventi che hanno
permesso un notevole risparmio oltre che un indubbio abbellimento.
Ripartiamo inoltre dall’obiettivo di migliorare o quantomeno
raggiungere ancora gli obiettivi concordati con la Contrada; il fatto
di aver rispettato tali impegni e obblighi è un aspetto di cui il
Consiglio uscente deve essere orgoglioso e che deve essere
riconosciuto incondizionatamente.
Tuttavia, proprio perché sono convinto
che il fine non sempre giustifica i mezzi con cui si raggiunge, nel
prossimo mandato dovremo assolutamente migliorare il modo in cui
raggiungiamo i risultati che ci prefissiamo, lo spirito e
l’affiatamento di squadra che dovremo creare e di cui mi sento
particolarmente responsabilizzato nel conseguire, il rispetto
dell’impegno nel ruolo che ognuno ha consapevolmente accettato, ed
il clima che dovremo riuscire a ricreare in Società. E per far
questo è infine necessario anche poter contare sul supporto, sulla
comprensione e la collaborazione di tutti i Soci non solo per
partecipare ai vari eventi, ma anche per far sì che le tante idee
che via via vengono formulate possano concretizzarsi.
Prima della tua elezione da
presidente eri già stato ai vertici della Società Due Porte. Hai
trovato grosse differenze rispetto a quegli anni?
Le differenze ci sono, soprattutto nel
modo in cui ci si deve approcciare verso la comunità esterna. Le
Società di Contrada oggi devono porsi in un modo più attento nei
confronti della collettività e delle sue esigenze, poiché il
rispetto di un orario massimo per le attività svolte all’esterno
dei locali (e soprattutto rivolte non esclusivamente a propri Soci),
il rispetto di altre normative quali a titolo esemplificativo la
somministrazione di bevande in contenitori di vetro, ed il rispetto
del decoro urbano sono diventate un obbligo imprescindibile e
condiviso da tutte le Società di Contrada, seppur con qualche
mugugno. Entrando nel dettaglio specifico della Nostra Società “Due
Porte”, è evidente che i numeri sono aumentati esponenzialmente e
pertanto, allargando la base di calcolo, inevitabilmente aumentano e
si moltiplicano le diverse esigenze. E purtroppo questo non sempre va
di pari passo con la comprensione verso le difficoltà oggettive cui
un Consiglio va incontro, specie nei momenti di maggior lavoro. Un
altro aspetto che mi sento di rimarcare è la necessità di
amministrazioni divise tra Società e Contrada (ovviamente unite alla
fine e nel momento del bisogno); la Società è sempre stata la
nostra famiglia allargata e come tale è necessario gestire
responsabilmente ogni spesa, altrimenti si rischia di perdere la
possibilità di intervenire su eventuali problematiche che possono
verificarsi. Questa è la “scuola di Società” alla quale sono
stato istruito da alcuni dei migliori Maestri che ho avuto, tra cui,
senza togliere niente ad altri, non posso non citare Fabio, “Ghigo”,
Luciano e Beppe. Ed è una “scuola” che ancora oggi è punto di
riferimento, in particolare in quelle realtà analoghe che troppo
spesso superficialmente guardiamo come modello da emulare.
Numerose le riconferme nel Consiglio
di Società, ma anche alcuni cambiamenti in ruoli apicali. Cosa pensi
del nuovo Consiglio?
E’ doveroso ringraziare personalmente
la Commissione elettorale di Società per aver puntato nuovamente su
di me. Il loro lavoro è stato faticoso e assai prezioso, superfluo
dire che mi sarebbe piaciuto averli (o riaverli) nel Consiglio,
specie per l’impegno che hanno dimostrato e profuso, ed il percorso
che abbiamo intrapreso negli ultimi mesi. Il prossimo sarà Consiglio
sulla carta più forte, completo ed eterogeneo di quello passato. Le
conferme indispensabili di alcuni nomi che ho portato all’attenzione
dei Commissari sono garanzia di impegno e capacità nei rispettivi
ruoli. Tra le riconferme, una menzione particolare la meritano i miei
due Vicepresidenti uscenti, Francesco (diventato in questi due anni
un punto di riferimento indispensabile e riconfermato in carica) e
Felice, il nostro “Dante”, che nonostante i suoi pressanti
impegni lavorativi, ha comunque voluto in ogni modo essere a
disposizione del Consiglio. Oltre agli insostituibili Beppe e
Costantino, che vanno a completare l’organico dell’economato, ed
altri consiglieri che hanno accettato di proseguire nel mandato,
vorrei spendere due parole sugli altri Vicepresidenti che mi
affiancheranno nel prossimo mandato. In ordine casuale, ringrazio per
la disponibilità “Lalla”, giunta ad un necessario e meritato
scatto di carriera per il terzo mandato consecutivo nel Direttivo di
Società, Barbara, con cui ho già collaborato proficuamente con cui
ho condiviso la carica di Vice nel 2005-2006 (coronato anche da un
Palio vinto….) e Filippo, un ragazzo finalmente giunto al primo
impegno importante della sua vita contradaiola e di cui sono
felicissimo che lo faccia proprio in questo mandato.
Per il resto, abbiamo cercato in ogni
modo di risolvere le criticità che si erano verificate nei due anni
precedenti e rinforzare in particolar modo quei settori che erano
andati un po’ in affanno nei momenti di massimo impegno. Sono
convinto che questo lavoro di costruzione, intrapreso con la
Commissione che mi ha supportato (e sopportato) nelle varie opere di
“convincimento” dei Consiglieri porterà i suoi frutti e riuscirà
a farci fare un ulteriore salto di qualità.
Due anni fa nell’intervista che
facesti a inizio del tuo mandato, parlasti di un momento di “apatia”
e della necessità di “riaccendere la vita sociale” in Pantera. A
due anni di distanza e con una diversa prospettiva ritieni che vi
siano stati progressi in tal senso?
Direi proprio di sì; la vita sociale
anche infrasettimanale è migliorata, anche se ancora la presenza è
troppo legata alla necessità di organizzare un evento, che sia una
pizza o un cenino. Dobbiamo riuscire a incentivare i Nostri Soci a
partecipare di più alla vita sociale facendo ripartire la voglia di
incontrarsi e confrontarsi. Per far questo è necessario che ognuno
di noi si impegni di più e si senta più responsabilizzato nel far
partecipare gli altri. In tal senso dovremo migliorare l’intesa con
la Contrada ed il Capitano per condividere un percorso che dovremo
fare insieme, per poter migliorare l’apporto che ogni componente
può e deve reciprocamente conferire.
A margine di questa “chiacchierata”,
un pensiero e un ringraziamento per il lavoro svolto in questi due
anni trascorsi “fianco a fianco” con Pasquale e Marco ed i loro
collaboratori; li ringrazio per la loro serietà, professionalità e
capacità e anche per qualche “sfiammata” che può essere venuta
fuori, ma sempre in sincerità e schiettezza e con l’obiettivo di
fare sempre un po’ di più per i Nostri amati colori.
W la Pantera! W le “Due Porte”!
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