Che
cosa è il Palio? E’ una corsa di cavalli, ma non solo. E’ una
festa, ma anche qualcosa di più. Il Palio è magia, colori,
tensione, emozione, superstizione, religione, rivalità e felicità.
Molto è stato scritto sul Palio ed è ben difficile raccontarlo in
poche parole.
La
Contrada della Pantera il 21 giugno p.v. alle 17.30 presso la Chiesa
di San Niccolò al Carmine in Pian dei Mantellini, cercherà di
analizzare uno di questi elementi. Abbiamo infatti deciso di
organizzare un interessante incontro-dibattito su un tema quanto mai
attuale e che si presta ad una serie di interpretazioni, sia da parte
di coloro che sono animati da sentimenti religiosi, sia da parte di
coloro che invece sono animati da sentimenti laici. Già il titolo
scelto è di per sé volutamente declinabile a varie interpretazioni:
“La
Fede nel Palio...l'indissolubile legame tra la Festa e la tradizione
cattolica”.
Di
quale fede parliamo? Di quella insita nella Festa e in tutti i
momenti liturgici che la accompagnano, oppure della fede nel Palio
intesa come fiducia, speranza ma non dal sapore strettamente
religioso? Per parlare di questo argomento insieme all'On.do Priore
della Contrada della Pantera Stefano Morandini, e al Rettore del
Magistrato della Contrade Fabio Pacciani ci saranno il Professor
Alessandro Falassi (ex priore della Contrada Sovrana dell'Istrice),
il correttore della Contrada della Pantera, don Alessandro Galeotti,
il correttore della Nobile Contrada dell'Aquila, Don Roberto
Bianchini, il Correttore della Contrada Priora della Civetta Don
Enrico Grassini e il Correttore della Contrada della Lupa, Don Sergio
Volpi. Riteniamo utile riproporre all'attenzione della cittadinanza
un tema che troppe volte viene vissuto durante la Festa ma poco
analizzato. In questo breve articolo non posso citare tutti gli
elementi che legano la Festa alla tradizione cattolica, ma sarà
sufficiente accennare ad alcuni esempi per capire quanto questo
aspetto coinvolga tutti noi contradaioli. All'interno dei diciassette
rioni, ogni Contrada ha la propria residenza
civile,
amministrativa, religiosa e ricreativa: diciassette contrade,
diciassette sedi diverse. Ciascuna sede è costituita da tre luoghi
principali: il Museo, la Società e l'Oratorio.
Già dall' XI secolo,
la popolazione aveva l'abitudine di adunarsi presso le chiese e la
cappelle cittadine per trattare gli argomenti di interesse comune;
questa abitudine, che riuniva gli abitanti dei vari rioni, determinò
le formazioni di circoscrizioni con funzioni anche politiche. Tali
circoscrizioni rapidamente presero il nome di Contrade, assumendo la
loro denominazione caratteristica in base al nome della via
principale del rione, della chiesa o delle famiglie che in esse
possedevano il complesso più importante di case e palazzi. Del
resto, la stessa parola religione
significa legame, un
legame, in questo caso specifico, che portava la gente senese a stare
inevitabilmente insieme, per difendere e fortificare lo stesso
obiettivo: ieri l'indipendenza politica ed economica, oggi la Festa
che non è solo e soltanto una celebrazione di richiamo medievale, ma
anche una riaffermazione dello stesso sentimento che univa quei
popoli fin dalla nascita della Civitas. Forse ancora prima dell’epoca
medievale un legame, forte e inscindibile, era già presente: il mito
della fondazione vuole Siena,
nata dalla costola di Roma, fondata dai transfughi figli di Remo
giunti nei tre colli fatidici di gran carriera, inseguiti dai
cavalieri di Romolo. Senio e Aschio fondarono Siena alla fine di un
mitico "Palio alla lunga". Proprio nel luogo di culto per
eccellenza, il Duomo Nuovo, bianco e nero come la balzana - lo stemma
della città - fu posta, dal 1200, l'insegna del Comune, a delineare
l'arrivo della corsa dei barberi, il Palio alla lunga che nei secoli
precedenti si era corso per le vie tortuose della città fino al
Duomo Vecchio, dedicato a San Bonifacio, come attestano documenti del
XII secolo. E quando Siena divenne una delle più ricche e colte
città d'Europa nel Medioevo, il Palio fu l'evento ludico e il
momento culminante e conclusivo delle splendide feste annuali in
onore di Nostra Domina d'Agosto, Maria Vergine Assunta regina e
patrona di Siena e
del suo stato. A lei la città si sarebbe consacrata e raccomandata,
offrendole le sue chiavi, in tutti i momenti estremi della sua
storia, dalla vigilia della battaglia di Montaperti nel 1260, fino al
passaggio del fronte durante la II guerra mondiale, nel 1944. In
continuità con la tradizione, il Regolamento (1998) del Palio di
Siena prescrive che nel Drappellone, sia sempre posta in alto
l'immagine di Maria Santissima che si venera nella Chiesa di
Provenzano o quella dell'Assunta proprio a sottolineare
l'inscindibile secolare legame di Siena alla Vergine Maria. La vita
di Siena ed il Palio sono intessute di religiosità; probabilmente
non sarà un tipo di religiosità ortodossa al 100%, ma è sentita e,
soprattutto, è vastamente popolare. Come non pensare, a tal
proposito, all'adorazione con cui tutti i contradaioli cantano una
forma non sempre corretta del Te
Deum per ringraziare
della vittoria sul Campo. Ma tutte queste occasioni sconfinano anche
con atteggiamenti che lambiscono la superstizione e tanti sono gli
aneddoti a ciò legati: preghiere, maledizioni, presentimenti,
amuleti, scongiuri. La storia del Palio di Siena è anche questa, la
Festa si nutre di credenze popolari e di aneddoti, di speranze deluse
e di segni interpretati a proprio uso e consumo. Si racconta, per
esempio, che nel 1961, quando la Torre vinse il palio dell' Assunta,
don Duilio Bani corse in chiesa e prese a male parole Santa Caterina,
protettrice dell'Oca, la contrada «nemica» della Torre. «Ma come?»
protestò in direzione dell'altare. «Noi abbiamo pregato tanto e
vincono gli avversari...». La sua rabbia montò a tal punto che
spense tutti i ceri, si voltò verso la Santa, e disse: «Stasera noi
si va a letto con la rabbia, ma tu al buio...». Come
non parlare della Festa
Titolare, il momento più
importante per ogni Contrada, quando ogni anno,
per la ricorrenza del Santo Patrono, la Contrada fa festa grande in
chiesa e nelle sue strade, rendendo omaggio alle consorelle? Le
strade sono illuminate, si suonano le campane, si ricevono i
rappresentanti delle Contrade "alleate", le cui bandiere
sono esposte in Chiesa o sventolano lungo la via principale del rione
assieme a quella della Contrada celebrante. Durante quei giorni, la
sera della vigilia è riservata al Solenne Mattutino nella chiesa
splendidamente addobbata e illuminata a festa. Insieme ai dirigenti
di Contrada, vi assistono i Priori delle Contrade alleate, a cui sono
riservati appositi stalli parati. Le celebrazione della funzione
religiosa è affidata al Correttore (che è il sacerdote che provvede
all'uffiziatura dell'Oratorio e alla benedizione del cavallo e del
fantino il giorno del Palio ed è il capo spirituale della Contrada)
aiutato da diversi sacerdoti, che cantano il vespro solenne della
Madonna. Al termine i fedeli baciano la reliquia del Santo Patrono.
Durante la Festa titolare, come sappiamo, si celebra il Battesimo
contradaiolo, un battesimo laico, ma con forti tinte di sacralità.
Ho accennato alla benedizione del cavallo e del fantino uno dei
momenti più toccanti per ogni contradaiolo, prima della corsa del
Palio: portiamo i cavalli in chiesa, davanti a un prete, e preghiamo
per loro. E chiediamo a Dio, a Maria Vergine e a Gesù, di benedirli
e di proteggerli, trattenendo il respiro per non innervosirli.
Sarebbero centinaia gli
episodi da raccontare o i legami indissolubili da citare tra la Festa
e la tradizione cattolica ma non ho né la sapienza né lo spazio per
farlo. Spero però di non avervi annoiato con questo articolo che non
è né vuole essere antropologico, storico o dottrinale, ma solo
scritto con entusiasmo su un tema che mi appassiona.
Il nostro auspicio è che questo
incontro-dibattito, che si concluderà con un brindisi nei rinnovati
locali della Società, possa avere lo stesso successo del convegno
sulla Giustizia Paliesca che vide protagonista la nostra Contrada
qualche anno fa.
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